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Il libro ripropone alcuni dei più significativi scritti di Emilio Mattioli ancora oggi capaci di contribuire al dibattito sulla traduzione. Questa sia pur breve antologia testimonia anche la vastità dei campi nei quali si è inoltrata la sua ricerca. Antonio Lavieri, nella Prefazione, osserva infatti: "La centralità della traduzione appare a Mattioli quando, negli anni Sessanta, pubblica sulla rivista il Verri, il saggio intitolato "Introduzione al problema del tradurre". Un saggio questo, che apre a una vera e propria fenomenologia delle poetiche traduttive e la traduzione comincia ad apparire come una pratica teorica costitutiva (e cruciale) in seno ai processi simbolici che percorrono la cultura (non solo letteraria e filosofica) contemporanea. Nel 1993, nell'intervista rilasciata alla RAI - continua Lavieri -, Mattioli afferma che la traduzione non può essere affrontata da una sola disciplina, è invece un argomento tipicamente interdisciplinare; anzi, i saperi tendono a riorganizzarsi intorno a questo problema, che non è solo della filosofia, dell'estetica e della linguistica [...]. Da queste brevi dichiarazioni emergono già due aspetti fondamentali: la traduttologia non è (e non può essere) la scienza normativa del tradurre, ma si caratterizza come un campo del sapere eminentemente interdisciplinare in cui convergono tutte le scienze umane e sociali. In questa prospettiva, la traduzione è un vero e proprio dispositivo epistemologico dotato non solo di efficacia euristica ed ermeneutica, ma anche di una efficacia inventiva (leggiamo cognitiva) ogni volta specifica e diversa".